Abbiamo finito di vedere la settimana scorsa la terza stagione di 12 Monkeys, creata da Terry Matalas e Travis Frickett, ma siamo ancora sotto shock così abbiamo pensato bene di vedere anche il finale di Twin Peaks, quindi attualmente la nostra mente è simile a quella di un alcolizzato e un drogato persi.
Non è infatti facile recensire nessuna delle due ma ci proviamo.
Da qui in avanti saranno presenti degli SPOILER!
Leviamoci subito il callo: a noi il colpo di scena ha lasciato un po’ così così.
Funziona ma non del tutto e questo non solo per preferenze personali, intese come cammino e costruzione del personaggio.
Facciamo un passo indietro anche se chi ci legge saprà sicuramente di cosa stiamo parlando.
Tutta la stagione è stata incentrata su Athan Cole (interpretato da adulto da quella magnificenza chiamata James Callis, noto ai più per il ruolo di Gaius Baltar in Battlestar Galactica), il figlio di Cassandra Reilly e James Cole, portandoci a credere che fosse lui il reale protagonista e il testimone.
Tutto, obiettivamente, calzava a pennello.
Rapimento, cammino tortuoso, l’esercito delle dodici scimmie che lo educa per farlo diventare tale.
Abbiamo anche compreso la sua lotta contro il tempo per amore. Anzi addirittura per noi, appassionate di Fringe, è stato tutto perfettamente logico. Ancora nella nostra mente riecheggia la frase “quanto lontano saresti disposto a spingerti per le persone che ami?”
Athan non è diverso in questo. Uomo colto, cresciuto fuori dal tempo, si innamora di una donna speciale che aiuta la povera gente che non può permettersi cure mediche, allestendo un ospedale di fortuna. E, quando lei muore, lui trova inaccettabile quella perdita e cerca di tornare indietro nel tempo per cambiare il corso degli eventi, per salvarla, inutilmente.
Il fatto che non ci riesca e voglia creare l’immortalità per tutti, distruggendo il tempo, attraverso una grande epidemia, fa pensare anche alla strage al tempio che fa Anakin Skywalker di Star Wars per salvare l’amata Padmé da morte certa e da notare che entrambe le donne rifiutano quel dono.
Parallelismi a parte è giusto dire che Athan è molto diverso sia da Walter Bishop che da Anakin Skywalker, non basta una scelta simile, a rendere il personaggio simile.
Athan è un idealista, un sognatore, a tratti anche ingenuo e nel suo viaggio attraverso nel tempo ha cercato di imparare, in maniera umile, dalle persone e dagli eventi.
Inoltre non ha mai voluto diventare il testimone, se lo fa o meglio se vuole farlo è per amore e viene fermato da Jennifer Goines (sempre più brava Emily Hampshire), l’unica in grado di capirlo, non solo perché primaria, ma perché si sente sola e perduta attraverso il tempo.
Nell’interazione con Jennifer abbiamo l’ennesima riprova che lui è un idealista. Lei si sente sminuita rispetto a lui perché, parole sue, “non riesce a vedere il grande quadro degli eventi”. Athan le risponde che non è importante, che qualsiasi cosa lei riuscirà a vedere, quella sarà la sua missione. L’uomo non può saperlo ma sta facendo una cosa analoga a quella che suo padre aveva fatto con la donna all’inizio della serie, investendola di un ruolo nel grande quadro.
Perché parliamo al passato?
Perché gli autori hanno deciso di fare un colpo di scena e di far diventare il Testimone Olivia.
A noi come personaggio piace molto, è una villain costruita benissimo, nata da un esperimento genetico, fisicamente indistruttibile, seguace del Testimone fin da bambina, si sente delusa da lui perché l’eternità, da lui promessa, non sarebbe per tutti e il testimone non le darebbe abbastanza considerazione.
Un misto di insicurezze, sete di potere, senso di abbandono e volontà di ferro ne fanno un personaggio stupendo, recitato benissimo dalla splendida Alisen Down (Gracepoint ma anche Battlestar Galactica), veramente magnifica.
Tra parentesi abbiamo goduto tantissimo quando ha fregato Katarina (bravissima Barbara Sukova), la quale ha un ego talmente gigantesco da far sembrare Walter Bishop (a cui la scienziata si ispira di brutto) una persona umile, anche perché almeno lui un po’ cambia, lei si intestardisce nel suo piano, convinta di poter fregare un essere che manipola il tempo e lo spazio e finisce per aiutare la scalata di Olivia.
Scusate ma dobbiamo dirlo: scema.
E allora cosa c’è che non va per Olivia?
Partiamo dalla prima cosa che non va, la più banale.
Non fa un po’ ridere che alla fin fine lei abbia pregato se stessa?
Secondo perché sarebbe la testimone? Che ha visto? L’ epidemia? Ma l’hanno vista tutti.
Inoltre lei decide di diventarlo perché Athan la convince di essere tale.
Una motivazione proprio solida non c’è che dire.
E facciamo notare che è la terza figura che vediamo come testimone nelle visioni indotte dalle foglie. Il primo è stato Ramse, “visto” da Cassandra, poi c’è stato il fratello di Olivia (Tom Noonan di Damages, The Blacklist, anche lui molto bravo) che ha visto se stesso e infine Olivia. Quindi direi che decade un po’ come motivazione, considerato il fatto che le persone sembrano identificare il testimone con la persona di cui hanno più timore – come nel caso di Cassie – o che invece sperano maggiormente.
C’è poi un altro problemone anzi veramente ce ne sono diversi altri.
Athan è un primario, ammesso e non concesso che sia stato davvero ucciso (e cari autori se davvero lo avete ucciso avete bruciato un personaggio fantastico in nome del colpo di scena, vedete voi), in teoria anzi in pratica ogni volta che viene ucciso un primario succede un macello – come viene mostrato nella seconda stagione della serie – ma in questa precisa circostanza noi non vediamo niente. E se ehm tale macello non succede Athan sarebbe stato ucciso nel momento del paradosso non possiamo che scoppiare a ridere ma per fortuna non ci sono prove di tale scempio, anzi ci auguriamo che tale paradosso venga usato per farlo tornare.
Altra cosa, Jennifer ha visto più e più volte il testimone che le diceva che lei sarebbe stata meglio di lui, esattamente le parole di Athan prima di andare a salvare i genitori.
C’è una spiegazione per questo ovvero che quello visto da Jennifer fosse effettivamente Athan, dal futuro, che spingeva per far sì che il se stesso del passato non diventasse testimone.
Ora la serie è già abbastanza incasinata di suo, dato che, in nome della coerenza narrativa si sono mandate in vacca diverse teorie dei viaggi nel tempo, e tra i vari punti che potremmo citare a dimostrazione di questo ricordiamo la nascita stessa di Athan, se poi tiriamo fuori che Olivia sia stata creata Testimone da un altro Testimone, ovvero Athan, andiamo a sbronzarci davvero.
Altro problemuccio non da poco c’è il fatto che se Olivia fosse davvero la Testimone (e per adesso dobbiamo considerarla tale, anche se, la serie stessa insegna, non possiamo darlo per scontato) beh, dopo aver demolito il conflitto manicheo, il telefilm tornerebbe con prepotenza in quella direzione.
Non siamo fan di tale conflitto, lo ammettiamo, tuttavia vi sono diverse opere che lo sanno tratteggiare bene ma qui non ci convincerebbe molto.
Tra i buoni il personaggio che amiamo è proprio Jennifer, dopo James e Cassie, che insieme a lei, sono quelli che sono cresciuti più.
Ecco forse Deacon merita qualche parola, dato che ha capito da solo quanto fosse importante Jennifer e, soprattutto, meditando sulle parole della donna ha compreso cosa stava capitando davvero.
Su Katarina non c’è molto da aggiungere, se non che fa ridere i polli come abbia spaccato quasi il mondo per riavere Hannah salvo poi mettersi a pontificare su quanto Ramse abbia fatto per Sam e su quanto James e Cassie stessero cercando di fare per il figlio.
Della serie fate quello che dico ma non quello che faccio.
Prima di continuare forse è giusto dire qualcosa di più su James e Cassie, che, come dicevamo, sono cresciuti molto e sono arrivati a comprendere come si potesse vincere attraverso il dialogo, peccato che sia andato tutto in fumo.
Spiace che James sia arrivato ad uccidere l’amico di sempre. Ed è da sottolineare lo stupendo dialogo tra Cassie e sua madre, che aiuta la prima a trovare la via per arrivare al figlio. E bravi anche i loro interpreti, Aaron Stanford e Amanda Schull, che pur non essendo dei fenomeni, sono cresciuti al pari dei propri personaggi.
A proposito dell’amico di sempre di Cole, Josè Ramse, a cui prestava il volto il grande Kirk Acevedo, beh lasciateci dire che la sua morte ci ha fatto rimanere malissimo, tra l’altro di nuovo impallinato come un tordo alle spalle e stavolta pure apposta, perché è evidente che si è fatto ammazzare.
Ramse era un gran personaggio, al di là del fatto che ci avevano fatto credere che fosse il Testimone, la sua evoluzione era stata superba e la scena in cui si trova a costretto ad uccidere il figlio, per non farlo più soffrire, ci ha straziato il cuore.
Morte idiota la sua ma inevitabile visto quanto ha dovuto fare.
Aveva perso la sua unica ragione di vita, purtroppo non è bastata l’amicizia con Cole per avergli fatto venire voglia di continuare a vivere.
Tra i cattivi, a parte Olivia, dobbiamo constatare che la demenza regni sovrana perché in pochi minuti accettano Athan e poi Olivia come testimone, così. Lei è un gran genio e mi sa che Katarina, se vorrà vincere, dovrà abbassare la cresta totalmente (detto fuori dai denti ci saremmo tenute Athan al posto della scienziata) e affidarsi a Jennifer, perché è evidente a tutti come lei sia il centro di tutto.
L’ultima stagione sarà sicuramente incentrata sul conflitto tra Olivia e Jennifer, due personalità forti e disturbate, che hanno dovuto liberarsi dei legami di sangue (Olivia del fratello fanatico: altra scena di puro godimento quando lo uccide) per essere se stesse.
E’ una serie incentrata sulle madri, Katarina, madre di Hannah, Jennifer madre delle guerriere denominate le figlie, Cassie madre di Athan e Olivia di chi sarà madre? Dell’esercito delle 12 scimmie? Probabilmente.
Ah tendiamo a credere, dopo l’ultima scena della stagione, che Jennifer possa essere la vera madre di James Cole, giusto per rimarcare altri legami con Ritorno al Futuro, dopo le mille teorie sul paradosso e l’entrata in scena di Christopher Lloyd, come membro dell’esercito delle 12 scimmie. Perché ci sarebbe un legame con la saga di Zemeckis? Beh Jennifer è innamorata di James come lo era Lorraine di suo figlio Marty, senza sapere che lo fosse.
La conclusione è che per noi questa stagione sarebbe stata perfetta con un Athan come Testimone così continuiamo ad essere perplesse e le diamo nove invece che dieci.
E speriamo davvero che nella prossima stagione, l’ultima della serie, le perplessità che avevamo verranno fugate e che gli enigmi, quelli che appaiono ancora senza risposta, la riceveranno.
Recensione redatta da
Silvia Azzaroli e Simona Ingrassia
Mi è molto difficile dare il mio contributo all’ottima recensione scritta da Silvia e Simona, innanzitutto io dovrei recensire la stagione non la loro recensione, ma il fatto è che non ho letture alternative da dare e per quanto non condivida appieno la loro delusione sul colpo di scena, soprattutto perché io sono innamorato di Olivia e di Alisen Down da tempo, capisco la fondatezza di certe perplessità su come è stato costruito. Come dicevo non ho particolari letture alternative da proporre ed anzi non posso che apprezzare certi collegamenti, come quello sulla strage perpetrata da Anakin e condivido che quello della maternità sia un tema fondante della serie che certo può essere accusata di tutto meno che di essere una serie maschilista che non dà spazio ai personaggi femminili.
Mi soffermo sui personaggi dicendo che condivido appieno che Jennifer Goines sia grande protagonista, personaggio migliore della stagione insieme alla stessa Olivia e ad Athan, così come condivido l’idiozia di Katarina. Personalmente vorrei sottolineare come Deacon che era stato la grande scoperta della seconda stagione come spalla, per me si sia confermato in questa persino nell’episodio della prigionia a Titan dove ha dovuto recitare a lungo da solo. Condivido che la fine di Ramse fosse inevitabile ma aggiungo che oltre che per motivi intrinsechi all’evoluzione del personaggio a un certo punto lo era diventata perché il continuo tira e molla con Cole fratelli/nemici/fratelli nemici/ etc… aveva veramente tirato troppo la corda, non poteva esserci ritorno.
Pur piangendo la perdita del personaggio e di Acevedo (da fan di Fringe quale anche io sono lo amo da tempo) devo dire che la sua morte ci ha dato una scena di una grande intensità emotiva, con un ottimo Aaron Stanford, che per carità non è un grande attore così come non è una grande attrice la Schull, ma i due personaggi Cole e Cassie, si sono adattati sempre meglio su di loro e ormai li portano con la disinvoltura di una seconda pelle.
Ecco se Simona e Silvia hanno affrontato i grandi temi a me piace ricordare alcune scene che ho particolarmente apprezzato, quella della rivelazione del colpo di scena su Olivia per esempio, Silvia e Simona l’hanno accennata proprio parlando di Deacon che capisce forse un attimo troppo tardi quello che significava l’avviso di Jennifer su Olivia “quella donna è un camaleonte, quello che vedi è quello che vuole tu vedi e non è mai stata in un posto in cui non volesse trovarsi”, la scena in cui Olivia incontra se stessa piccola e il padre, con la citazione della frase della vecchia Jennifer morente nel futuro a parti invertite.
Sui paradossi temporali e la scelta di fare di Olivia il Testimone in effetti a seconda di come la mettiamo c’è sempre questo o quell’altro tassello che scricchiola. Potremmo dire che in 12 monkeys le linee temporali sono state riscritte più volte, che il testimone che abbiamo sempre conosciuto fosse Athan e che ora ce n’è un altro, questo risolverebbe il problema narrativo di costruire tanto attorno ad Athan e poi disfare tutto dicendo che non è vero, era vero ma ora è vera un’altra cosa.
Tra l’altro risolverebbe un’altra piccola incongruenza (mica tanto piccola) alla fine Athan non è altro che un potente primario, quindi a lui si applicano le regole dei primari che non possono conoscere il proprio futuro, dunque perché lui aveva visioni del Testimone, lo stesso Athan dice ad Olivia che forse vedeva lei.
Peccato che apra altri problemi, ad esempio Olivia non è un primario, la sua struttura fisica le dà una forza sovrumana, ma non ha un rapporto speciale col tempo che invece il Testimone dovrebbe avere, se no potrei esserlo pure io.
Un tema della stagione che ora mi sovviene forse Silvia e Simona non hanno toccato è “nature or nurture?” Cioè chi è cattivo (o buono) lo è per natura o per influenza ambientale? Giustamente non viene data una risposta, anche perché qualunque risposta si dia scegliere solo una delle due sarebbe manicheo, Athan si rivela essere non cattivo, dal momento che era stato allevato per essere il Testimone da quel matto del fratello di Olivia e compagni, allora è fondamentalmente buono perché è figlio di Cassie e Cole giusto (natura)? Ma quanto aver avuto un tutore come Sebastian può avere influito? Quindi mi sembra che gli autori non abbiano voluto dare una risposta al tema e mi pare giusto così.
Considerazioni aggiuntive di
Roberto Fringie